Amianto, sosteniamo i malati di mesotelioma

Il tema dell’amianto nel nostro Paese genera ancora evidenti effetti negativi, sia ambientali che sanitari, per i quali occorrono risorse economiche adeguate e un rinnovato impegno coordinato su tutto il territorio nazionale.

In Italia, ogni anno, ci sono circa 3.000 decessi a causa dell’amianto. Coloro che sono stati colpiti da mesotelioma (circa 1.500) sono classificati dal ReNaM (Registro Nazionale Mesotelioma) e tra questi, il 70% si sono ammalati per causa lavorativa diretta, mentre un altro 10% per esposizione ambientale o familiare.

Cgil, Cisl, Uil, insieme alle associazioni per la tutela dei diritti dei malati da Amianto e dei familiari, rivendicano un’azione più efficace, continua e strutturata da parte di tutte le Istituzioni.

Riteniamo che, ad oggi, la priorità sia l’inserimento nella prossima Legge di Bilancio di una norma che preveda la stabilizzazione – o, in alternativa, la proroga – del contributo una tantum a favore dei malati non professionali o ambientali di mesotelioma che, ricordiamo, cesserà la sua erogazione nei confronti delle nuove diagnosi successive al 31 dicembre 2020.

Se non sarà inserito uno specifico provvedimento che preveda la continuità della prestazione anche per il prossimo triennio, si andrà a cancellare una tutela di alto valore sociale e di concreta solidarietà civile, determinando soprattutto una differenziazione, in negativo, nel riconoscimento dei diritti di queste persone.

È urgente dare risposte ai lavoratori e ai cittadini: il tempo dei rinvii non è più accettabile. È sotto gli occhi di tutti – e i numeri del ReNaM parlano chiaro – che il dramma dell’esposizione all’amianto ha una evidente dimensione sociale e di fronte al carattere subdolo e nefasto dell’asbesto, c’è una sola strada da percorrere: quella della prevenzione e di risorse economiche adeguate che diano almeno un ristoro dignitoso a tutti coloro che si sono ammalati di patologie correlate all’amianto.

È necessario che Il Ministero del Lavoro contribuisca fattivamente alla definizione di un netto miglioramento delle prestazioni del Fondo per le Vittime dell’Amianto (Fva) e, infine, chiediamo a deputati e senatori di costituire una Commissione interparlamentare specifica che contribuisca a sostenere l’incessante impegno di sindacati, associazioni, tecnici delle strutture amministrative, per una pianificazione risolutiva delle diverse problematiche dell’amianto, che, nel frattempo, continua a mietere migliaia di vittime silenziose, inermi, inconsapevoli e incolpevoli nel nostro Paese

C’è bisogno di definire un programma strutturato e duraturo per una governance partecipata, capace di dare effettive soluzioni. Per questi motivi, riteniamo utile recuperare la decisione unanime della Conferenza unificata Stato, Regioni e Autonomie locali del 5 maggio 2015, che istituiva presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Comitato interistituzionale per il contrasto all’uso di amianto.

Cgil, Cisl, Uil

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