Si è costituita a Milano AssoFintech, associazione che riunisce persone e aziende che lavorano nei settori fintech (tecnofinanza, o tecnologia finanziaria: in inglese, financial technology) e insurtech (tecnologie digitali nel settore delle assicurazioni: insurance + technology). Un soggetto creato per fare sistema e dialogare con le Istituzioni in tema di norme e regolamenti da applicare al settore e per promuovere la conoscenza, anche attraverso momenti comuni di divulgazione, e la crescita qualitativa degli imprenditori, nel quadro di un codice etico comune.
L’ente nasce da un gruppo di addetti ai lavori come libera associazione di categoria, senza scopo di lucro, che raccoglie imprese attive nei seguenti settori: brokeraggio (social trading, micro-trading), gestione finanziaria personale e gestione del risparmio (wealth management, algorithmic trading, depositi), distribuzione di prodotti finanziari, servizi bancari e finanziari, equity crowdfunding, lending crowdfunding, invoice trading, pagamenti, gestione valute, blockchain e monete digitali, servizi digitali di amministrazione e contabilità, antiriciclaggio, risk management e compliance, insurtech.
Ha già iniziato a confrontarsi con altre realtà internazionali, in particolare con Swiss Finance + Technology Association (SFTA), e il 15 novembre 2017 è stata audita a Roma in Commissione Finanze, per portate all’attenzione del Parlamento alcune sollecitazioni in materia normativa.
In particolare, AssoFintech ha elaborato 12 richieste in quattro ambiti:
I. Sviluppo dell’equity crowdfunding
- che le piattaforme possano intermediare anche strumenti di debito e non soltanto quote azionarie, con l’accortezza, però, che, nel caso del debito, gli investitori ammessi a operare siano soltanto quelli professionali;
- che vengano facilitati gli investimenti in pmi non innovative, eliminando l’obbligo che una quota dell’investimento sia sottoscritta da investitori professionali;
- che venga sviluppato un mercato secondario delle quote, consentendo il ricorso al regime di intestazione fiduciaria delle quote già previsto dall‘art. 100ter del TUF, anche successivamente alla sottoscrizione.
II. Sviluppo del P2P lending
- che interessi e capital gain derivanti da investimenti in prestiti siano tassati come reddito personale in aliquota marginale e non come reddito da capitale con l’aliquota del 26%;
- che gli interessi passivi pagati dalle imprese a fronte di finanziamenti ottenuti tramite piattaforme di P2P lending siano deducibili sino al 30% dell’ebitda, al pari di quelli pagati a fronte di finanziamenti erogati da banche, da fondi o tramite emissione di bond;
- che anche per i prestiti erogati da privati possa essere fatto ricorso al Fondo centrale di garanzia, così come previsto per banche e fondi private debt.
III. Finanziamento della crescita delle imprese
- che il Governo modifichi la normativa in modo tale da far sì che i fondi Pir possano essere tali soltanto se, oltre a tutte le condizioni stabilite in precedenza dalla legge di bilancio 2017, investiranno il 3% dei loro asset in fondi che investono in startup e pmi innovative e quindi, tipicamente, in fondi di venture capital;
- che venga facilitato l’accesso alle quotazioni su sistemi multilaterali di negoziazione, riducendo gli oneri economici iniziali e quelli di gestione;
- che venga eliminato il rischio che le operazioni di capitalizzazione a round successivi siano sfruttate opportunisticamente per disinvestimenti, a danno dei nuovi investitori, sfruttando le norme sul diritto di recesso.
IV. Meno burocrazia
- che venga studiato il concetto di sandbox, visto che nel Regno Unito e in parecchi altri Paesi nel mondo sono previste deroghe normative e regolamentari per le startup che ne facciano richiesta, per testare per un periodo limitato i propri prodotti e servizi in un ambiente protetto, senza dover condurre preventivamente importanti investimenti solo per adeguarsi alle norme;
- che in tema di antiriciclaggio venga consentita la cosiddetta “adeguata verifica” a distanza (ovvero, online) con forme e modalità che non richiedano impegni in termini di tempi e costi maggiori rispetto a quelli richiesti dalle norme comunitarie;
- che nel modello 730 venga inserito un flag per dichiarare che sono stati fatti investimenti in startup o pmi innovative, in modo tale che i dipendenti che li hanno fatti possano godere della detrazione fiscale prevista, senza dover invece produrre il modello Unico come invece oggi è necessario fare.
Il Comitato esecutivo di AssoFintech è composto da:
- Fabio Brambilla (presidente), presidente di Fintastico.com e Controlpartners ltd, con lunga esperienza nel private equity
- Giovanpaolo Arioldi (vicepresidente), Opstart srl
- Fabio Allegreni (segretario generale), CrowdAdvisors
- Fabrizio Barini (relazioni banche e sim), Intermonte spa
- Alessandro Maria Lerro (advocacy), StratEQ srl
- Cristiano Motto (internazionalizzazione), fintech advisor, former head of information management di Barclays Bank
- Stefania Peveraro (relazioni istituzionali), EdiBeez srl
- Fabrizio Villani (marketing associativo), Fintastico.com
- Alessandro Zamboni (modelli di servizio fintech & regulatory), the AvantGarde Group
Tra i primi associati e membri del Consiglio direttivo, insieme ai fondatori, ci sono: Claudio Bedino (Oval Money), Giovanni Buono (Housers), Leonardo Frigiolini (Frigiolini&Partners), Antonio Lafiosca (Borsa del Credito), Matteo Masserdotti (200 Crowd) e Nicolò Romani (SIA).
È possibile scaricare lo Statuto di AssoFintech.
Fabrizio Barini