Eternit bis, le pesanti accuse dei pm a Schmidheiny

Con la requisitoria dei Pubblici Ministeri del processo “Eternit bis” a Novara, che ha occupato due delle ultime udienze, si avvia alla conclusione una delle più importanti vicende giudiziarie che riguardano le vittime da amianto, su cui c’è una grande attesa di giustizia, nonostante la delusione per la recente sentenza d’appello del processo Eternit bis di Torino, che ha visto una sola condanna.

Il 30 gennaio e il 10 febbraio 2023, i pm Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare hanno tirato le somme di un dibattimento che dura da ormai un anno e mezzo presso la Corte d’Assise a Novara.

L’accusa ha ricostruito minuziosamente la vicenda sulla scorta dei documenti acquisiti e delle testimonianze in atti. L’imputato Stephan Schmidheiny – hanno sostenuto i Pubblici Ministeri – ha, sin dal 1976, di fatto diretto il Gruppo Eternit con poteri di gestione che si estendevano anche agli stabilimenti italiani, in particolare a quello di Casale Monferrato (Alessandria). In tale veste, ha da sempre conosciuto i gravi rischi che potevano derivare dalla diffusione all’interno e all’esterno dello stabilimento delle fibre di amianto prodotte dalla lavorazione del cemento-amianto.

Pur nella piena consapevolezza della pericolosità del materiale per la salute umana, per ragioni di carattere economico, Schmidheiny non si è mai curato di procedere a un’effettiva eliminazione di tale inquinamento ambientale, interno ed esterno alla fabbrica, preferendo invece promuovere una vera e propria campagna di disinformazione, volta a minimizzare i rischi sia per i lavoratori che per i cittadini.

Questo, come sostenuto dai pm nella propria requisitoria, vale a configurare il reato di omicidio doloso (contestato nella forma del cosiddetto “dolo eventuale”) per il quale l’imputato è a processo per la morte di 392 tra lavoratori e cittadini di Casale Monferrato.

Da qui, la richiesta dell’ergastolo con isolamento diurno formulata dalla Pubblica Accusa, sulla quale la Corte d’Assiste sarà chiamata a decidere.

All’udienza del 27 febbraio 2023 sarà il turno delle parti civili alle quali sono affidate le richieste risarcitorie delle vittime e dei loro familiari che si sono costituiti e degli enti, tra cui Sicurezza e Lavoro.

Da ultimo, la parola spetterà alla difesa dell’imputato, alla quale sono state riservate le udienze del 10 e del 29 marzo 2023.

Avv. Giacomo Mattalia
Sicurezza e Lavoro

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