ThyssenKrupp, abbiamo scherzato sull’arresto di Espenhahn?

Entro il 16 luglio 2020, come aveva comunicato due giorni fa il ministro della Giustizia italiano Alfonso Bonafede, la Germania avrebbe dovuto arrestare Harald Espenhahn, il manager della ThyssenKrupp condannato per la morte di sette operai italiani nel rogo allo stabilimento torinese del 6 dicembre 2007.

Sembrava finalmente finita l’odissea giudiziaria di una delle più gravi tragedie sul lavoro in Italia, ma invece oggi i media tedeschi hanno annunciato che, secondo quanto riferito dalla Procura tedesca di Essen, il dirigente si sarebbe presentato il 15 luglio 2020 in carcere, ma sarebbe subito stato rilasciato, grazie a un’ordinanza del Bundesverfassungsgericht (la Corte costituzionale federale) dello scorso 14 luglio che avrebbe sospeso l’esecuzione della pena su ricorso del condannato. La Corte dovrebbe avere sei mesi di tempo per decidere, lasciando sino ad allora sospesa l’esecuzione della pena.

È invece ancora in carcere, seppur in regime di semi-libertà, l’altro manager della multinazionale dell’acciaio, Gerald Priegnitz, arrestato il 2 luglio 2020, dopo molto proteste dei familiari delle vittime per il ritardo nell’esecuzione della pena e l’incontro tra gli stessi familiari e Sicurezza e lavoro con il premier Conte e il ministro Bonafede lo scorso 26 giugno a Palazzo Chigi.

I due manager tedeschi dovrebbero scontare una pena di cinque anni di reclusione, sin da subito in regime di semi-libertà (offenen vollzug), continuando a lavorare per la multinazionale tedesca di giorno e trascorrendo in carcere solo la notte, con la possibilità a breve di trascorrere in famiglia ogni week-end.

“È un’offesa mai vista – ha dichiarato a Sicurezza e Lavoro Rosina Platì, la madre di Giuseppe Demasi, uno dei sette operai morti nel rogo – Ci stanno distruggendo. Dopo aver ucciso i nostri figli e mariti, stanno ammazzando lentamente anche noi familiari. Scherzano con il nostro dolore. È una vergogna nazionale. Vogliamo andare subito in Germania con il premier Conte e la sindaca Appendino per fare valere le ragioni dell’Italia. Ci aspettiamo una forte presa di posizione pubblica del Governo italiano”.

“Dopo due appelli e due sentenze di Cassazione in Italia, una serie di ricorsi in Germania e le rassicurazioni che ci hanno dato a Palazzo Chigi lo stesso premier Conte e il ministro Bonafede – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – la notizia ha il sapore di un ulteriore insulto alla giustizia e al popolo italiano”.

Loredana Polito

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