Agricoltura e lavoro migrante nel cuneese, per una stagione di dignità

Continuano nel territorio cuneese gli sforzi per tutelare chi raccoglie la frutta, in particolare persone migranti, e mettere a loro disposizione alloggi decorosi.

Occorre dare dignità sociale e lavorativa a chi lavora nei nostri campi, regolarizzando lavoratori e lavoratrici e offrendo sistemazioni adeguate, evitando il triste spettacolo di persone che dormono per le strade e nei parchi cittadini, come ha spiegato Virginia Sabbatini, coordinatrice del presidio “Saluzzo Migrante” della Caritas, che dal 2014 opera per offrire accoglienza e supporto ai lavoratori stagionali della frutta.

Oltre alla Caritas e ai sindacati, anche il Comune di Saluzzo ha fatto molto per favorire l’integrazione, così come tanti altri enti, come l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (che distribuisce 50/60 pasti al giorno), la Cooperativa sociale Armonia e Il Pulmino Verde, che da oltre un anno opera sul territorio, insieme a Sicurezza e Lavoro, con il progetto “Sulla rotta del caporalato”.

Nelle ultime settimane però si è arrivati a una situazione intollerabile – ha dichiarato Davide Masera, segretario generale Cgil Cuneo – con decine e decine di migranti che dormono per strada: è un tema che va affrontato, sia dal punto di vista culturale che economico – ha affermato.

I numeri dei contratti di lavoro, infatti, sono rilevanti: i Centri per l’impiego di Cuneo, Saluzzo e Savigliano hanno registrato 12.063 contratti stagionali nel 2018 (4.697 contratti riguardanti lavoratori di origine africana) e 18.496 contratti nel 2019 (6.797 riguardante lavoratori di origine africana). Complessivamente, nel 2018 i lavoratori regolari di origine africana sono stati 2.101; nel 2019 sono saliti a 3.404 (+ 62%).

Si sono anche verificati casi di sfruttamento lavorativo e a breve – ha annunciato Masera – verrà avviato un nuovo procedimento giudiziario riguardanti fenomeni di caporalato.

Per dare dignità ai “migranti della frutta” serve un’accoglienza diffusa sul territorio, con insediamenti di 20/30 persone, utili anche a ridurre i rischi di contagio da Covid-19 – ha proposto il segretario Cgil. Anche perché è tuttora chiuso il centro di Prima Accoglienza Stagionali (Pas) di Saluzzo, che ha ospitato 418 persone nel 2018 e 502 persone nel 2019, oltre a coloro che hanno usufruito dei servizi diurni (docce, wc, cucina, energia elettrica, ecc.).

Si tratta di lavoratori indispensabili – ha ribadito Andrea Basso, segretario Flai Cgil Cuneo – per il settore e per il territorio, che devono essere resi visibili e non affrontati come un’emergenza.

Istituzioni e datori di lavoro devono dare un’accoglienza dignitosa ai migranti, anche perché – come ha confermato Fortunato La Spina, segretario Fai Cisl Torino – la maggior parte degli italiani non va a raccogliere la frutta…

Eliana Puccio

Segui Sicurezza e Lavoro su Facebook, Twitter e Instagram.

Sostieni l’informazione libera e indipendente di Sicurezza e Lavoro con una donazione.