Taranto, con il veleno nel sangue e il cuore in mano

Il disegno della campagna è stato realizzato e donato dall'artista Florenza Mongelli.

In sole 48 ore le sottoscrizioni all’esposto “Con il veleno nel sangue e il cuore in mano” sono arrivate a quota 1.200, comprendendo sia quelle raccolte sul sito web tarantolibera.it che quelle quelle sui moduli cartacei nell’appuntamento in piazza Immacolata a Taranto. Una raccolta firme che proseguirà nei prossimi giorni, sia online che con nuovi appuntamenti in città, che presto saranno annunciati.

Durante la raccolta firme in piazza Immacolata sono state anche ricevute alcune donazioni spontanee, che serviranno ad affrontare le spese già sostenute e le prossime: stampe, servizi digitali e tutto ciò che servirà alla divulgazione della denuncia.

La manifestazione in piazza Immacolata a Taranto, a gennaio 2019 (foto Max Perrini).

Intanto, continuiamo ad approfondire con esperti e professionisti la materia legale che concerne le attività industriali del polo siderurgico tarantino gestito da ArcelorMittal (ex Ilva).

Attualmente, l’esposto che presenteremo alla Procura della Repubblica per le emissioni inquinanti prodotte dalle acciaierie si fonda sulla presunta violazione dell’articolo 674 del codice penale (“Getto pericoloso di cose”), in relazione al quale stiamo raccogliendo le evidenze documentali, ma abbiamo anche individuato altri articoli del Codice dell’Ambiente, con cui eventualmente integrare in futuro la denuncia.

Il sito web tarantolibera.it sarà inoltre aggiornato con diverse informazioni (tossicità degli inquinanti emessi, dati sanitari, iter legislativo dei decreti) per meglio far comprendere la “questione Taranto” su tutto il territorio nazionale.

Questo perché le statistiche del sito web ci dicono che le sottoscrizioni online provengono da ogni parte d’Italia. Ancora oggi però, purtroppo, la questione Taranto non è ben “digerita” da tutti gli Italiani e, nonostante il lavoro fatto sino a oggi dall’attivismo e dalla stampa locale, c’è ancora molta confusione nell’informazione.

Anche per questo, chiederemo ufficialmente i pareri e le posizioni di associazioni come Unicef, Greenpeace, Amnesty International, Emergency e altre che – a livello nazionale e internazionale – si battono per la tutela dell’ambiente e dei diritti umani.

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Non ci si può più nascondere dietro un dito sulla questione Taranto: troppi anni sono passati nel silenzio di chi pensava – e ancora oggi pensa – che questo veleno è solo una questione “nostra”.

Se non sarà possibile dividersi il carico di veleno versato su questa città, mentre sarà versato ancora veleno sulle nostre teste, dobbiamo essere consapevoli di chi sostiene la nostra causa e abbiamo bisogno di conoscere i nomi di chi si smarca con diplomazia.

La nostra pazienza è terminata su tutti i fronti e il giorno in cui scenderemo per strada per non tornare più a casa lo sentiamo molto vicino.

Luciano Manna
per la resistenza civile e spontanea di cittadini liberi
“Con il veleno nel sangue e il cuore in mano”