Rilanciamo lo Statuto dei Lavoratori con la Carta dei diritti universali del Lavoro

Sono passati 50 anni da quanto è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 300: lo Statuto dei Lavoratori.

Una legge che riconosce e permette di esercitare nei luoghi di lavoro i diritti individuali e collettivi di chi lavora, attuando le disposizioni previste nella nostra Costituzione.

Nel congresso della Cgil del 1952 Giuseppe Di Vittorio aveva proposto l’approvazione di uno Statuto, proprio con questo intento.

Finalmente, dopo le lotte del ’69, viene istituita una Commissione di esperti per redigere una bozza di testo: la legge viene approvata dal Parlamento il 15 maggio del 1970, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il successivo 20 maggio.

Nel corso degli anni, lo Statuto è stato più volte attaccato e purtroppo, soprattutto con il Jobs Act, indebolito in alcuni dei suoi capisaldi fondamentali, come il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato (articolo 18).

È cambiato molto anche il lavoro. Sono cambiati i processi produttivi, le tipologie contrattuali che hanno fatto esplodere il precariato, si sono assottigliati i confini tra lavoro dipendente e lavoro autonomo e l’innovazione digitale sta modificando il lavoro e disegnando nuovi bisogni di tutela.

Pensiamo a quanto si è allargato in questo periodo l’utilizzo dello smart working, alle fabbriche 4.0, dove si pone il tema di valorizzare le professionalità e di garantire una formazione continua, al lavoro sulle piattaforme digitali, che assomiglia sempre di più al cottimo ed è una delle frontiere del moderno sfruttamento, a quanto la limitazione degli spostamenti ha fatto emergere il tanto lavoro nero e grigio presente nel nostro Paese, a come la pandemia di Covid ha rilanciato la necessità di tutelare la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro, come pre-condizione per la ripresa delle attività produttive e dell’economia e come leva per ridiscutere come il lavoro è organizzato.

Per questo, per noi il modo migliore per celebrare i 50 anni dello Statuto è quello di difenderlo, di conservarne intatti l’efficacia e il vigore, ma nello stesso tempo è quello di rilanciare e chiedere l’approvazione della “Carta dei diritti universali del Lavoro”: la proposta di legge presentata dalla Cgil su cui sono state raccolte più di un milione di firme, che disegna i diritti e le tutele necessari al lavoro di oggi. Diritti e tutele individuali e collettivi validi per tutti: dipendenti e autonomi, lavoratori pubblici e privati, aziende grandi o di piccole dimensioni.

L’emergenza sanitaria di questi mesi ha messo in evidenza la fragilità di un sistema economico basato su lavoro precario, povero, poco qualificato, senza diritti, poco pagato.

Cinquant’anni anni dopo l’approvazione dello Statuto dobbiamo essere capaci di costruire uno strumento avanzato come quello di allora.

Il momento giusto è questo.

Perché investire sul lavoro con diritti, costruire un nuovo Statuto che risponda alle necessità del lavoro di oggi è il vero motore per far ripartire il Paese.

Enrica Valfrè
Segr. Gen. Cgil Torino

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