I costruttori fanno pressioni sul Governo Conte per far ripartire i cantieri in Italia e, allo stesso tempo, attivare immediatamente misure per garantire la sopravvivenza delle imprese edili. Occorre però naturalmente fare attenzione alle questioni legate a salute e sicurezza di lavoratori e lavoratrici del settore edile e delle costruzioni, per prevenire infortuni e malattie professionali, a volte causati dalla fretta e dall’urgenza di portare a compimento le opere, come denuncia da tempo Sicurezza e Lavoro.
Un grande Piano per le opere pubbliche e un sistema di incentivi per sostenere l’edilizia privata: sono le richieste avanzate il 9 aprile 2020 all’Esecutivo e al Parlamento dalle associazioni datoriali della filiera delle costruzioni: Associazione Nazionale Costruttori Edili – Ance, Agci Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Assistal, Claai edilizia, Cna costruzioni, Confapi Aniem, Confcooperative lavoro e servizi, Fiae Casartigiani, Legacoop produzione e servizi, Oice, Ucsi.
Con toni decisi, dicendo “basta burocrazia, palleggi di responsabilità e lungaggini”, chiedono di ripensare a fondo la struttura della Pubblica Amministrazione e individuano cinque priorità di intervento:
- condizioni chiare e univoche per gestire in sicurezza i cantieri;
- tempestiva iniezione di liquidità, pagamento dei crediti ed eliminazione dello split payment;
- pagamento dei lavori eseguiti con sal (stato avanzamento lavori) emergenziale subito e sal mensile a regime;
- attivazione di un “Piano Marshall” per le costruzioni: risorse agli enti locali per aprire subito cantieri su tutto il territorio e rafforzare incentivi per le riqualificazioni edilizie;
- forte semplificazione di procedure e balzelli.
Si attendono a breve le risposte da Palazzo Chigi, coronavirus permettendo.
Infatti, anche se l’esigenza della riapertura di certi cantieri e di interventi manutentivi appare evidente in molte situazioni (basti pensare al crollo del ponte di Albiano Magra, nei pressi di Aulla, l’8 aprile 2020), casi come la recente messa in quarantena di 50 operai che lavoravano al nuovo Ponte Morandi di Genova, per un caso di Covid-19 tra i lavoratori, devono spingere a serie riflessioni…
Eliana Puccio
Segui Sicurezza e Lavoro su Facebook, Twitter e Instagram.