Si aprono le porte del carcere per i due manager tedeschi della ThyssenKrupp Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati dalla Magistratura italiana in via definitiva il 13 maggio 2016 per il rogo alle acciaierie torinesi del 6 dicembre 2007, in cui morirono sette operai: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.
Il Tribunale di Hamm ha infatti respinto i ricorsi dei due dirigenti della ThyssenKrupp contro l’applicabilità della legge italiana e ora dovranno scontare cinque anni di prigione in Germania: pena ridotta in base alla legislazione tedesca (a Roma, la Cassazione aveva condannato l’a.d. Espenhahn a 9 anni e 8 mesi e il componente del c.d.a. Priegnitz a 6 anni e 10 mesi).
“Non si può gioire per quello che era un atto dovuto – commenta il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico – ma l’incarcerazione dei due manager tedeschi ridà dignità sociale a chi ha perso la vita sul lavoro e sembrava essere stato dimenticato da tutti. Mi auguro possa alleviare in parte l’inesauribile dolore dei familiari e rafforzare la fiducia nelle istituzioni di chi ogni giorno è impegnato in prima persona per il rispetto di salute, sicurezza e diritti nei luoghi di lavoro”.
“L’effettività della pena, seppur mitigata dalla normativa tedesca, – conclude Quirico – restituisce credibilità all’operato della Magistratura e dello Stato italiano e rafforza la convinzione che in Europa non possano e non debbano esistere aree di impunità e spazi grigi in cui possano operare imprenditori irresponsabili”.
“Anche nei mesi scorsi sembrava dovessero andare in galera – ha dichiarato a Sicurezza e Lavoro Rosina Platì, mamma dell’operaio Giuseppe Demasi, morto nel rogo Thyssen – e spero li arrestino davvero questa volta. Cinque anni da scontare non sono molti, ma abbiamo rischiato non facessero nemmeno un giorno di carcere… Per noi è una grande vittoria. Per noi e per tutto il mondo del lavoro. Nessuno, tranne noi familiari, ci credeva più. Abbiamo lottato e ora, dopo quelli italiani, anche i manager tedeschi vedranno il carcere”.
“Finalmente una buona notizia dalla Germania, che scaccia il fantasma dell’impunità per i manager tedeschi – commenta Federico Bellono, Cgil Torino – Si tratta di un atto di giustizia verso le famiglie dei lavoratori vittime della strage del 6 dicembre 2007, ma anche verso la Città di Torino e tutti coloro che continuano quotidianamente a subire incidenti sul lavoro, spesso mortali. Proprio in occasione dell’ultimo anniversario di questa strage, durante le Settimane della Sicurezza, abbiamo tenuto una grande assemblea di rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, con la partecipazione anche del giudice Guariniello, che tanta parte ha avuto nelle indagini e nei processi celebrati in questi anni. È stato fatto un grande lavoro che ora finalmente giunge a compimento”.
Loredana Polito
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(aggiornamento ore 17.45 del 4 febbraio 2020)