Processo gru di via Genova, ammesse Sicurezza e Lavoro, sindacati e Comune di Torino come parti civili

A pochi giorni dal secondo anniversario della tragedia, ricordato durante la quattordicesima edizione delle Settimane della Sicurezza, dopo la prima udienza del 13 settembre 2023, a cui aveva già partecipato l’associazione Sicurezza e Lavoro, poi rinviata per avviare una trattativa per i risarcimenti, il 22 dicembre 2023 è iniziato con l’udienza preliminare in Camera di Consiglio nell’aula 43 del Tribunale di Torino il processo per il crollo della gru del 18 dicembre 2021 in via Genova 118 a Torino, in cui sono morti tre operai (Filippo Falotico, Roberto Peretto, Marco Pozzetti) ed è rimasta ferita una persona che passava di lì in auto (Pier Luigi Erre).

Cinque le persone imputate: Enrico Calabrese, Federico Fiammengo, Roberta Iandolino, Stefano Sprocatti e Mirzad Svraka, tutte accusate di disastro, lesioni personali colpose e omicidio colposo, con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e in cooperazione colposa tra loro.

In aula presente come imputata soltanto Roberta Iandolino, che aveva il ruolo di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione (Csp) e di esecuzione (Cse).

Il giudice Alfredo Toppino ha ammesso come parti civili i familiari delle vittime, l’associazione Sicurezza e Lavoro, i sindacati edili Fenealuil e Fillea Cgil e il Comune di Torino, che hanno chiesto in aula la citazione delle tre aziende responsabili civili (Calabrese Autogrù srl, Fiammengo Federico srl e Locagru srl) e delle tre società di assicurazioni coinvolte.

Il pm ha chiesto che sia citato a comparire anche l’Inail ai fini dell’azione di regresso.

«Siamo soddisfatti – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – per l’ammissione della nostra costituzione come parte civile e ci auguriamo che le persone fisiche ottengano nel più breve tempo possibile un giusto risarcimento e che il processo possa procedere speditamente e venga fatta presto piena chiarezza e giustizia per una tragedia che ha colpito tutta la comunità torinese e non solo».

«Oggi ero in aula per testimoniare la vicinanza del sindacato ai familiari delle vittime – afferma Claudio Papa, segretario Fenealuil – e per ribadire la richiesta di giustizia in un processo, nel quale anche noi siamo stati ammessi come parte civile, che ci auguriamo si concluda rapidamente. Chi uccide sul lavoro non può rimanere impunito».

«Purtroppo quei 3 lavoratori non ci sono più e non possiamo restituirli ai loro cari, ma abbiamo scelto di seguire questo processo come parte civile – spiega Massimo Cogliandro, segretario Fillea Cgil – per dare un segnale forte alle imprese. Ci sono troppe morti e troppi infortuni in edilizia, ai quali serve dare risposte concrete, in termini di formazione e controlli preventivi, ma anche in fase sanzionatoria e processuale. Ci aspettiamo giustizia per gli operai morti nel crollo della gru e per tutte le vittime del lavoro».

«Siamo parte civile in questo importante processo – ribadisce l’assessora al Lavoro del Comune di Torino, Gianna Pentenero – per testimoniare la vicinanza della Città ai familiari delle vittime, oltre che per ottenere il risarcimento dei danni, patrimoniali e non, che abbiamo subito, e per rimarcare la necessità di una maggiore attenzione ai temi della salute e sicurezza sul lavoro».

«Siamo qui per avere giustizia, al di là dei risarcimenti, perché chi ha sbagliato paghi e venga fatta piena giustizia» – hanno detto a Sicurezza e Lavoro Roberta Varotti (moglie di Marco Pozzetti) e Clarissa Vetri (compagna di Roberto Peretto).

«Siamo vicini ai familiari delle vittime del disastro della gru di Torino, ai quali ribadiamo la vicinanza delle Istituzioni e il nostro impegno per contrastare in Italia la piaga degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, attraverso opere di prevenzione, informazione e formazione, ma anche attraverso azioni giudiziarie, con pene eque, certe e in tempi rapidi» – ha dichiarato a Sicurezza e Lavoro Chiara Gribaudo, la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il giudice Alfredo Toppino ha emesso il decreto di citazione dei responsabili civili e ha fissato la data della prossima udienza: mercoledì 28 febbraio 2024 alle ore 9 nell’aula 41 del Tribunale del capoluogo piemontese.

Loredana Polito

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