Caporalato, al via il processo “Momo” a Cuneo. Sicurezza e Lavoro sarà presente

Si terrà giovedì 24 settembre 2020 al Tribunale di Cuneo la prima udienza del processo penale, presieduta dalla giudice Alice Di Maio, su presunti gravi episodi di caporalato nella zona di Saluzzo, nato dall’inchiesta denominata “Momo”, dal soprannome del principale imputato, Tassembedo Moumouni, che avrebbe svolto un ruolo di intermediario per il procacciamento lavoratori migranti per aziende che si occupavano della raccolta di frutta e dell’allevamento di polli, anch’esse coinvolte nel processo. A tutti gli imputati è stato contestato il reato di cui all’articolo 603 bis commi 1 e 2 del codice penale (“Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”).

Dall’indagine della Procura di Cuneo sarebbero emersi numerose situazioni di grave sfruttamento lavorativo e di vero e proprio caporalato: ripetute violazioni della normativa in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, sistematiche violazioni delle norme relative a orario di lavoro, periodi di riposo e ferie, corresponsione di retribuzioni inadeguate rispetto alle ore di lavoro effettivamente prestate, indebita richiesta ai lavoratori di restituire in contanti una parte della retribuzione per l’emissione del modello CUD, rinunce e transazioni in frode alla legge (lettere di dimissioni in bianco e accordi sindacali di chiusura annuale), ecc.

Sarà presente all’udienza anche Sicurezza e Lavoro (assistita dall’avvocato Giacomo Mattalia), che da anni si occupa di contrastare il caporalato proprio nel territorio coinvolto dall’indagine, anche attraverso il proprio progetto “Sulla rotta del caporalato”. Seguiremo gli sviluppi del processo e – come Cgil e Flai Cuneo – proveremo anche a costituirci parte civile, per ribadire il nostro impegno e le nostre battaglie per l’affermazione dei diritti di lavoratori e lavoratrici e per offrire occasioni dignitose di lavoro e di vita ai migranti coinvolti nella raccolta della frutta e nell’allevamento.

Loredana Polito

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