Enorme squilibrio di genere nelle dimissioni volontarie dal lavoro di lavoratrici madri e lavoratori padri

Nel corso del 2022, sono stati complessivamente emessi 61.391 provvedimenti di convalidadi dimissioni volontarie da parte di lavoratrici madri e lavoratori padri.

Il dato è in aumento di 8.955 unità (+ 17,1%) rispetto al 2021.

Si conferma ancora una volta un enorme squilibrio di genere: il 72,8% delle convalide (44.699), infatti, si riferisce a donne e il restante 27,2% (16.692) a uomini.

Nell’Italia Settentrionale sono state adottate 41.239 convalide, pari ad oltre il 67% del totale (percentuale corrispondente a quella rilevata nel 2021); nell’Italia Centrale i provvedimenti sono stati 11.726 pari al 19% del totale (stessa percentuale dell’anno precedente); nell’Italia Meridionale sono state rilasciate 8.426 convalide, che costituiscono il 14% del totale (anche in tal caso la percentuale coincide con quella del 2021).

È quanto emerge dalla relazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – Inl, presentata il 5 dicembre 2023 a Roma, presso la sede dell’ente.

Il documento è stato elaborato dalla Direzione Centrale vigilanza e sicurezza del lavoro dell’Inl, in collaborazione con Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche – Inapp, ed è stato condiviso con la Consigliera nazionale di Parità.

All’evento, presieduto dal direttore generale dell’Inl Paolo Pennesi, hanno partecipato la responsabile della Divisione V della Direzione Generale rapporti di lavoro e relazioni industriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Francesca Pelaia, la Consigliera nazionale di Parità Francesca Bagni Cipriani, il direttore generale e la responsabile Struttura mercato del lavoro dell’Inapp Santo Darko Grillo e Valentina Cardinali, la vice Consigliera nazionale di Parità Serenella Molendini e il direttore centrale Vigilanza e sicurezza del lavoro dell’Inl Aniello Pisanti.

«Ancora una volta in Italia – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – si conferma un fortissimo squilibrio nel mercato del lavoro, a svantaggio delle donne. Occorrono politiche più incisive e misure di welfare aziendale incentivanti per promuovere il benessere delle lavoratrici con figli e invertire un trend che non fa onore al nostro Paese e sicuramente non incentiva la natalità, né la produttività all’interno delle imprese».

Felicia Bello

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