A scuola di sicurezza, tra amianto, rischi biologici e rischi psico-sociali

Introdotto dal direttore di Engim Piemonte Nichelino Danilo Ciusani e dalla professoressa Laura Riscolo, si è svolto il 1° dicembre 2020 – in forma di webinar, nel rispetto delle normative anti-Covid – un nuovo incontro rivolto a studenti e studentesse di centri di formazione professionale e istituti superiori di secondo grado per il progetto “A scuola di sicurezza” di Sicurezza e Lavoro, attivo dal 2012 e inserito nel catalogo Ce.Se.Di. del Piemonte.

All’evento, organizzato nell’ambito delle Settimane della Sicurezza, ha partecipato Federico Bellono, segretario della Camera del Lavoro di Torino, che ha ricordato l’incendio alla ThyssenKrupp di Torino, che ha causato la morte di sette operai, che lavoravano in un’acciaieria in fase di smantellamento, dove non venivano più fatti investimenti e manutenzione, in attesa di trasferire gli impianti in un’altra sede, a Terni, in Umbria.

Ha quindi sottolineato il ruolo del Rls (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza), figura fondamentale per rappresentare lavoratori e lavoratrici in ogni azienda – anche piccola – sui temi di salute e sicurezza.

Infine, Bellono ha ribadito l’importanza dei protocolli anti-contagio, che prevedono il coinvolgimento dei Rls per ridurre i rischi di contagio da Covid-19, e dello smart working, che necessita ancora di aggiustamenti. “È necessario parlare di Covid – ha concluso – ma intanto non bisogna dimenticare che si continua a morire di lavoro per infortuni e malattie professionali anche per altre cause”.

Il formatore Pino Borello ha posto poi l’attenzione sui rischi biologici e sui rischi psico-sociali. E sulle malattie legate all’amianto, utilizzato per anni, nonostante fosse nota la sua pericolosità, in particolare nelle costruzioni, ma anche in fabbriche e officine, come le Ogr di Torino e la tristemente famosa Eternit di Casale Monferrato (AL). E a quelle causate ad esempio dalle amine aromatiche utilizzate per i coloranti all’Ipca di Ciriè (TO).

Fausto Pezzi ha poi raccontato la sua esperienza di lavoratore per 30 anni alla fonderia Teksid di Carmagnola (TO), dove si fondevano ghisa e alluminio, tra forti rumori e cattivi odori, come quello dell’urea, che non si toglieva neanche con una doccia. C’era anche l’amianto, con tanti lavoratori che si sono ammalati e sono morti. Come avveniva anche all’Ages di Santena (TO), che produceva ceppi freno e guarnizioni utilizzando l’amianto, con almeno 25 lavoratori ammalati di tumori e leucemie.

Ha quindi raccomandato di prestare attenzione alle situazioni di precariato e di ricatto che possono portare nel tempo a infortuni e malattie professionali, anche nell’ambito del lavoro somministrato.

Altri incontri con le scuole sono in programma nelle prossime settimane. Per richiedere interventi formativi in istituti scolastici, aziende e altri enti pubblici e privati è possibile scrivere una mail a Sicurezza e Lavoro.

Eliana Puccio

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