Giustizia ThyssenKrupp, un’iniziativa nazionale dei sindacati nei confronti del Governo

La protesta al Tribunale di Torino dei familiari delle vittime dopo la concessione della semi-libertà ai due manager tedeschi.

L’epilogo giudiziario della vicenda del rogo alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007, in cui morirono sette operai, ha suscitato molta rabbia e amarezza tra i familiari delle vittime e ha lasciato perplessi Istituzioni e sindacati italiani.

Come ha dichiarato a Sicurezza e Lavoro il responsabile Salute e sicurezza Cgil Torino, Federico Bellono: “Purtroppo l’epilogo della vicenda ThyssenKrup – con la concessione della semi-libertà ai due manager della multinazionale, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz – è particolarmente sgradevole, soprattutto rispetto alle aspettative dell’ultimo periodo. È incredibile come alla fine i due dirigenti tedeschi riescano quasi a farla franca… Ed è scandaloso che per tutto questo tempo e anche nel futuro continuino a lavorare per la Thyssen: si tratta di un’ulteriore offesa nei confronti delle famiglie dei sette lavoratori morti e di tutti gli operai”.

“Credo che sia doveroso – conclude Bellono – un intervento da parte del Governo italiano nei confronti di quello tedesco: a questo proposito ci siamo già attivati affinché ci sia un’iniziativa a livello nazionale da parte delle organizzazioni sindacali”.

Parole condivise anche da Domenico Lo Bianco, segretario generale Cisl Torino e da Francesco Lo Grasso, segreteria regionale Uil, che insieme hanno affermato: “La rabbia e l’incredulità dei parenti delle vittime Thyssen sono pienamente giustificate. La decisione della Procura tedesca è un affronto alla città di Torino, dove tanti lavoratori e lavoratrici continuano a morire di lavoro. Chiederemo ai vertici nazionali di Cgil, Cisl e Uil di intervenire presso il Governo Conte affinché facciano sentire la propria voce, per dimostrare di poter incidere a livello internazionale quando si tratta di applicare le leggi per rimediare a un’evidente ingiustizia”.

Eliana Puccio

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