Cantieri chiusi per Covid-19: servono tutele per lavoratori e imprese

Con il moltiplicarsi dei cantieri edili chiusi a causa dell’emergenza Covid-19, sono sempre più a rischio i posti di lavoro e la sopravvivenza delle imprese del settore, così come di quelle della meccanica e di altri comparti.

E, di conseguenza, si moltiplicano gli appelli al Governo Conte per misure di sostegno.

Come quello del presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili – Ance di Torino, Antonio Mattio, che – nel commentare i contenuti del Decreto Legge n°. 18 del 17 marzo 2020 “Cura Italia” – spiega che l’80% dei cantieri edili di Torino e provincia è chiuso o in via di chiusura e l’11% è in forte difficoltà e domanda quindi interventi a tutela di lavoratori, lavoratrici e imprese dell’edilizia.

In particolare, si chiede che – come hanno già fatto Francia e Spagna – anche l’Italia emani un provvedimento ad hoc che consenta la chiusura dei cantieri per “cause di forza maggiore” per quelle imprese che non riescano a mettere in sicurezza le maestranze per il tipo di lavoro svolto e l’irreperibilità dei dispositivi di sicurezza, “permettendo così al settore, già in grave difficoltà, di affrontare l’ennesima crisi, scongiurando il collasso totale dell’edilizia in Italia”.

In questo modo, le imprese eviterebbero di incorrere in penali per la mancata o ritardata consegna dei lavori, difficilmente sostenibili economicamente in una situazione così complessa, in cui è necessario innanzitutto tutelare la salute e sicurezza di lavoratori e lavoratrici.

“Non si possono lasciare soli imprese, lavoratori e lavoratrici dell’edilizia – afferma il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico – ma anzi bisogna rafforzare sostegni e tutela, a salvaguardia della salute e dell’incolumità degli edili, ma anche di un settore fondamentale per l’economia nazionale”.

Loredana Polito

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